(S)tautogramma

Ispirato dall’articolo sul blog di Eletta Senso, che l’ha aggiunto alla lista qui, e punzecchiato nei commenti di quello di le hérisson, ho indegnamente prodotto anch’io qualcosa. Definirlo racconto è un azzardo, ma vi assicuro che è stato divernte, anche se cose così sconclusionate non ricordo il tempo di averle scritte!

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Scartabello scaffali, senza scovare sentenze significative. «Suvvia!» sussurro sovente, senza smettere, setacciando senza sosta.
«Silenzio!» sguardo stranito ‘sto sciagurato seccatore sobilla spettatori sogghignanti «Si sedi, suvvia.»
Senza salamelecchi spingo, spallata spronante «Si scansi, subito!» sgrana sguardo sorpreso «Sciò, sciò!» se sapeste: sono scomparsi subito.
Salomonico, sorride sereno «Sono solo scivolato.» sospira, si stiracchia «Svicolo: sono stanco.»
Spallucce «Saluti.» scorgo sbucciatura «Si sistemi, sanguina.»
Svolto sovente sguardo sulla scaffalatura; sviscero sostanziose sezioni, segno soggetti sulla situazione, sottolineo sottintesi, sgualcisco sudicie sovracopertine.
Sbatto sullo spigolo: sciancato supero siluette sonnacchiose sulle sedie.
«Stolto!» scandisco «Sciocco!» subliminale segnale sullo sguardo significativamente serio «Sei stato sincero? Sei solo stronzo!» scazzotto, sbatto sonoramente, sguardo sullo specchio «Spaccati, stupido simulacro.» si sfarfalla sul selciato, sbrilluccicando.
Sono sollevato, sospiro sorridendo: sguardi sollevati seguono successione situazione.
Sarà… Sono stato solo scontroso.
Succede.